Terapia dell'ansia e della paura

Paolo Fuligni, uscito tra i primi dalla prima facoltà di Psicologia aperta in Italia - a Roma - ha accumulato oltre 40 anni di professione. Ha lavorato nella sanità pubblica per molti anni - tossicodipendenze e consultori – per poi dedicarsi esclusivamente alla libera professione come psicoterapeuta nei suoi studi di Livorno, Piombino e Cecina.

La Paura

Come tutte le emozioni, la paura ha una grande utilità per l’uomo; dalla paura può dipendere la sua stessa sopravvivenza perché lo mette in guardia dai pericoli e gli consente di reagire ad essi con grande immediatezza e con grande energia.
La paura - insieme a tristezza, gioia, disgusto, sorpresa e rabbia - è una delle emozioni fondamentali degli esseri viventi e, come tutte le altre, ha un enorme valore adattivo. Diventa però un serio problema quando viene vissuta in maniera eccessiva o fuor di luogo, come nel caso delle fobie.

Le emozioni fondamentali sono antiche come il nostro cervello e la nostra specie – circa 40mila anni – e sono ancora molto vicine a quel mondo lontano. Oggi non viviamo più in mezzo alle belve feroci e abbiamo un enorme controllo sull'ambiente circostante, non siamo quindi in costante pericolo di vita. Fatte salve certe particolari condizioni – guerre, calamità naturali, disastri – le nostre attuali paure non richiederebbero risposte così potenti e violente; eppure ci capita di viverle e di patirne gli effetti.

Oggi si ha paura delle malattie – o, all'opposto, delle cure – si ha paura di volare, di guidare in autostrada o nelle gallerie; si ha paura del giudizio degli altri, di fare brutte figure, di fallire, di diventare poveri; si ha paura dei cani, dei gatti o dei volatili e non parliamo di ragni e di serpenti. Si ha paura dei cambiamenti e delle novità e, spesso, si ha sostanzialmente paura di vivere.

La fobia è una paura estrema, irrazionale e sproporzionata per qualcosa che non rappresenta una reale minaccia e con cui gli altri si confrontano senza particolari tormenti emotivi. Le persone che soffrono di fobie si rendono perfettamente conto dell’irrazionalità della propria paura, ma non possono controllarla.

Le più comuni: acrofobia (paura dei luoghi alti e quindi di cadere), agorafobia (paura dei grandi spazi aperti), claustrofobia (paura dei luoghi angusti e chiusi), patofobia (paura di ogni genere di malattia), fobia sociale (paura di esporsi a situazioni sociali caratterizzate dalla presenza di più persone particolarmente se estranee).

L’angoscia fobica si esprime con sintomi fisici come tachicardia, vertigini, extrasistolia, disturbi gastrici e urinari, nausea, diarrea, senso di soffocamento, rossore, sudorazione eccessiva, tremito e spossatezza. Con la paura si sta male e si desidera una cosa sola: fuggire.

L'ansia

Ansia e paura sono codificate nella medesima area cerebrale, ma i motivi per cui si manifestano sono diversi. Quando proviamo paura, siamo spaventati da qualcosa di attuale, sia esso reale o immaginato come tale.

Al momento di affrontare una difficile prova è normale aver paura; ma nell'attesa di tale prova, quando vorremmo andasse tutto secondo i nostri desideri - cioè molto bene - ma chiaramente non si abbia certezza alcuna che ciò si verifichi davvero, quel particolare stato di tensione popolato di pensieri allarmistici e negativi, lo chiameremo ansia e non paura. Insomma, l’ansia è una condizione di allarme e di vigilanza che si scatena quando si hanno rappresentazioni negative e/o catastrofiche di eventi imminenti percepiti come importanti o pericolosi.

Ansia di giudizio, ansia da palcoscenico, ansia da prestazione, per esempio. Ansie che possono creare malesseri anche gravi allo sportivo, al musicista, all'attore, così come al lavoratore e – ovviamente – allo studente. Ansie che possono diventare disturbi complessi come gli attacchi di panico o il disturbo d'ansia generalizzata, disturbo ossessivo compulsivo.

Ansia che si manifesta a livello somatico con sintomi anche importanti come tachicardia, palpitazioni, dolori toracici e addominali, contrazioni muscolari, sentimenti di derealizzazione, parestesie, vampate di calore o brividi di freddo, difficoltà respiratorie, nausea e vomito, paura di morire, paura di perdere il controllo e di impazzire.

Il trattamento dell’ansia e delle diverse forme di paura, nell’ambito delle psicoterapie cognitivo-comportamentali, si prefigge l’eliminazione o la riduzione del sintomo, e successivamente il raggiungimento di un adeguato adattamento dell’individuo all’ambiente utilizzando tecniche di rilassamento, tecniche comportamentali e tecniche di ristrutturazione cognitiva.

In altre parole si agisce direttamente sulla sintomatologia presentata dal soggetto insegnandogli a riconoscere i meccanismi tipici del suo disturbo – e in particolare controllo, evitamento e rimuginio – e aiutandolo a costruire rappresentazioni diverse della realtà circostante e a difendersi dagli inganni della sua stessa mente. Questo comporta anche un significativo mutamento del modo di affrontare i quotidiani compiti e dello stesso stile di vita del soggetto.

 

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